Scopriamo insieme se è consigliato o meno mangiare zafferano durante la gravidanza
Quando una donna aspetta un bambino è normale che si ponga delle domande in merito a ciò che possa o non possa ingerire. Tante future mamme si chiedono ad esempio se sia consigliato mangiare lo zafferano in gravidanza.
Questa spezia, proveniente dall’India ma ormai divenuta parte integrante della nostra dieta mediterranea, è ricavata dallo stigma del Crocus Sativus e può causare una serie di problematiche se assunta in dosi elevate. Tra queste ad esempio si parla di aborti spontanei, episodi allergici e altre patologie gravi che colpiscono il feto in crescita. Tanto basta a creare interrogativi legittimi nelle future mamme, che si interrogano non solo sullo zafferano ma anche sugli effetti di altre spezie come il peperoncino in gravidanza.
In realtà quando si fa cenno alle “dosi elevate” si parla di 10-20 g al giorno, perciò non certo di un semplice risotto alla milanese consumato in famiglia. All’interno delle classiche bustine, che si possono acquistare in qualsiasi supermercato, si trova infatti un quantitativo di zafferano che corrisponde appena a 1/10 di grammo, dose consigliata per 4 porzioni di risotto.
Come se non bastasse sono tante le proprietà benefiche garantite da un consumo moderato di zafferano (che si può anche coltivare in casa). Questa spezia, la più pregiata e costosa, è in grado infatti di ridurre la pressione sanguigna, funge da antidepressivo, quindi contribuisce a gestire gli sbalzi d’umore tipici della gestazione, e previene la costipazione, migliorando di fatto il processo digestivo.
Il consiglio d’obbligo è comunque sempre quello di rivolgersi al proprio ginecologo e di discutere con lui sulla possibilità o meno di assumere zafferano in gravidanza, in modo da valutare dosi concesse e tempistiche.
Il dado in gravidanza
Tra i dubbi che attanagliano le donne c’è anche quello che riguarda il consumo del dado in gravidanza. Molte varietà di dado contengono infatti come additivo il glutammato monosodico, spesso annoverato tra le sostanze in grado di creare problematiche al bambino. In realtà il glutammato, utilizzato per insaporire determinati cibi e responsabile del “quinto gusto” (Umami), può creare disturbi solamente se ingerito in grandi quantità, così come accadeva per lo zafferano. In linea di massima si parla di patologie che riguardano il sistema nervoso, tuttavia nessuno studio scientifico ha confermato tale correlazione e in ogni caso è possibile optare per il dado fatto in casa o il dado privo di glutammato, anch’esso disponibile in negozio.
Le salsicce in gravidanza
Durante i 9 mesi di gravidanza si possono ingerire salsicce fresche e salsicce stagionate, a patto che siano cotte a puntino. È sconsigliato invece mangiare salsicce stagionate non cotte e salsicce “spalmabili” fresche, che potrebbero infatti portare all’insorgenza della toxoplasmosi. Questa malattia, che in genere non dà problematiche gravi, durante la gravidanza può portare a parto prematuro, mancato sviluppo psicomotorio, aborto, idrocefalia, sordità e altre patologie.
I tortellini in gravidanza
Anche per i tortellini, vale il medesimo discorso della salsiccia. Anche i tortellini andrebbero consumati solo se cotti in maniera accurata. Il ripieno di carne potrebbe infatti contenere il batterio della toxoplasmosi, toxoplasma gondii, e portare alle patologie descritte in precedenza.
La salvia in gravidanza
La salvia viene annoverata tra le piante antigalattogene, ossia rallenta e inibisce la sintesi del latte materno. Meglio evitare quindi di ingerire salvia in gravidanza almeno fino a che si desidera allattare il proprio bambino. Successivamente invece potrebbe aiutare la neo-mamma a interrompere la lattazione.
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