La polenta di castagne
La stagione autunnale si associa a tanti gusti, sapori, colori e soprattutto alle castagne.
Le castagne sono i frutti del cosiddetto albero del pane (Castanea Sativa), quello che Pascoli chiamava “l’Italico albero del pane”.
Considerate “il pane dei poveri”, le castagne erano infatti la base dell’alimentazione contadina, e venivano utilizzate soprattutto per la produzione di farina.
Possedere un castagneto significava avere la materia prima necessaria per la sopravvivenza nella stagione invernale. Si raccoglievano, si essiccavano e poi si inviavano al mulino per la macinatura. Si preparavano ricette sia dolci che salate.
Qualche idea per cucinare le castagne
Le castagne si possono bollire in acqua aromatizzata con alloro o cannella, per dare vita alle tradizionali e popolari ballotte; oppure, una volta lessate, le mettiamo in padella con olio sale, rosmarino e un pó di brodo e le serviamo come contorno di carne arrosto.
Le possiamo arrostire, ottenendo le classiche caldarroste, per poi passarle in padella con vino o grappa e farle evaporare, oppure conservarle dopo essere essiccate e candite, per creare i celeberrimi marroni glassati o Marron Glacé.
La farina
Come accennato, il contadino si doveva accontentare delle castagne perché il grano era destinato alle tavole dei ricchi e dei nobili, o era irraggiungibile dato che le strade per arrivare a valle erano impraticabili causa le abbondanti nevicate o ghiacciate. Oggi ci troviamo nella situazione in cui le farine raffinate sono meno usate e in primo piano troviamo la ricercata farina di castagne, tra le altre.
La farina di castagne é priva di glutine, ricca in carboidrati, fibre, sali minerali e vitamine come la vitamina C, la vitamina PP e vitamine del gruppo B.
Con la farina di castagne si preparano vari tipi di pasta (tagliatelle, gnocchi, lasagne, ravioli), i necci toscani (una specie di crepe o tortilla di castagne cucinate fra due dischi di ferro o ghisa, le “cotte”, cotte sul fuoco e poi riempite con ripieno dolce o salato), il castagnaccio (un dolce cotto al forno composto da olio di oliva, rosmarino, pinoli, la variante con noci, uvetta e scorza di limone oltre alla farina), pane di castagne (pane Martino in alcune regioni, perché si faceva l’11 di novembre per la festa di San Martino), la polenta.
La polenta
La polenta di castagne o polenta dolce veniva cotta nel paiolo (in mancanza del paiolo puoi usare una pentola antiaderente con il fondo spesso) con un mestolo di legno. La tradizione vuole che venga usata la cosiddetta farina di neccio (originaria della Lucchesia).
La preparazione della polenta di castagne é molto simile a quella della polenta di mais. É dolciastra e da qui il nome di polenta dolce.
La puoi servire spolverizzata con formaggio grattugiato o con formaggi freschi e a pasta morbida come per esempio la ricotta fresca oppure assieme a dei salumi. Ma la puoi mangiare anche con del maiale, selvaggina o del pesce. Scegli i tuoi abbinamenti preferiti. Non ti resta che provare.
La polenta rimasta puoi farla raffreddare, una volta raffreddata la puoi tagliare a fette sottili, con un filo di cotone meglio che con il coltello, ripassarla al forno e mangiarla a colazione con il caffè per esempio o friggere e consumare come se fossero dei crostini con funghi ad esempio.
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